
“Sacrifici di ovini, suini e bovini e sepolture anomale di individui per gli Etruschi alla Civita di Tarquinia”. Le nuove scoperte archeologiche dell’Università degli Studi di Milano rese note in un incontro tenutosi ieri all’Università Agraria di Tarquinia.
Si è svolto lunedì pomeriggio, nella sala conferenze dell’Università Agraria di Tarquinia, l’incontro dal titolo “Alla scoperta degli allevatori etruschi: nuove tecniche di indagine al ‘complesso monumentale’ di Tarquinia”, organizzato dall’Insegnamento di Etruscologia dell’Università degli Studi di Milano in partnership con la Soprintendenza (abap-vt-em) e con il patrocinio del Comune di Tarquinia. L’incontro è stata l’occasione per fare il punto sugli scavi e le ricerche che vedono coinvolto il Centro di Ricerca Coordinata CRC “Progetto Tarquinia”, diretto da Giovanna Bagnasco Gianni.
A fare gli onori di casa per l’Università Agraria di Tarquinia erano presenti il Presidente, Alberto Riglietti; l’Assessore con delega alle aree archeologiche Claudia Rossi e il Presidente del Consiglio Silvano Olmi.
A introdurre i lavori è stata la professoressa Matilde Marzullo responsabile del cantiere archeologico al ‘complesso monumentale’ e membro del CRC ‘Progetto Tarquinia’. La docente ha ricordato i primi scavi effettuati sin dal 1982 di concerto con la Soprintendenza nell’area della Civita dalla professoressa Maria Bonghi Jovino e che dal 2004 sono diretti dalla professoressa Giovanna Bagnasco Gianni.
Il progetto interdisciplinare, che coinvolge numerose Università di tutto il mondo coordinate dall’Ateneo milanese, vede la stretta collaborazione di cinque dipartimenti dell’Università di Milano. “Un lavoro importante di catalogazione e studio – ha detto la professoressa Marzullo – in ogni campagna di scavo collezioniamo infatti migliaia di reperti in stato frammentario. Con il progetto ‘Science@Tarquinia’ codiretto insieme all’Università di Cambridge, abbiamo individuato le piante che erano coltivate, come era il clima, il cibo consumato dagli umani e dagli animali. Durante gli scavi abbiamo trovato anche venti inumazioni fuori dall’ordinario. Sei di questi individui sono stati studiati più dettagliatamente dal progetto e dall’analisi delle ossa abbiamo accertato che una di essi proveniva dalla Scandinavia, come si può leggere in un articolo recentemente pubblicato dal gruppo di ricerca nella prestigiosa rivista Nature- Scientific Reports.
In collegamento video la dottoressa Ornella Prato, del Museo di Storia Naturale di Londra e membro del CRC “Progetto Tarquinia”, si è soffermata sulle modalità di studio delle ossa rinvenute: “La nostra è un’indagine a tutto campo su una delle maggiori città etrusche – ha detto la dottoressa Prato – mirata a indagare l’intero arco della sua storia, dalle origini, alla sua fioritura, fino alle soglie della Romanizzazione. Lo studio degli isotopi e le analisi archeozoologiche, chimiche e paleogenetiche hanno permesso di gettare luce sulla provenienza degli animali, mostrando lo sfruttamento intensivo dei suini, la qualità della lana delle pecore e la produzione di latte e di formaggio.”
Ha concluso i lavori la neolaureata Federica Franzini dell’Università degli Studi di Milano. “Presentiamo i risultati preliminari di una ricerca avviata nel 2020 nel campo dell’archeozoologia che consente di studiare l’uso e lo sfruttamento degli animali, l’evoluzione e gli aspetti rituali legati al mondo animale” ha detto la dottoressa Franzini, spiegando il suo lavoro che parte dall’accurata setacciatura e raccolta a mano dei reperti “è questo l’unico modo possibile per individuare la frequenza delle specie di animali utilizzate durante il millennio, quale età e peso avevano al momento dell’abbattimento e gli strumenti che erano utilizzati per la loro macellazione, come coltelli affilati o accette”. Ha infine ricordato “abbiamo trovato anche tracce di bruciatura dovute a cottura, incendi o a rituali religiosi.”
Il Presidente dell’Università Agraria Alberto Riglietti ha ringraziato gli illustri ospiti e ha elogiato il lavoro svolto dagli archeologi dell’Ateneo milanese nella riscoperta della cultura etrusca e della storia di Tarquinia.
L’Assessore Claudia Rossi, delegata alle valorizzazioni archeologiche per l’Università Agraria di Tarquinia, ha sottolineato l’importanza delle ricerche e degli studi che si svolgono anche grazie alla reciproca collaborazione. Le attività sul campo del CRC “Progetto Tarquinia”, infatti, proseguiranno anche quest’anno con la campagna di scavi sul Pianoro della Civita, che si svolgerà tra settembre e ottobre presso il sito del ‘complesso monumentale’ coinvolgendo studenti e professionisti di Atenei nazionali e internazionali.
Università Agraria di Tarquinia